La Supply Chain italiana: sfide, opportunità e ritardi nella digitalizzazione

La gestione efficiente della Supply Chain è oggi uno dei pilastri fondamentali per garantire la competitività delle imprese, specie in un contesto economico caratterizzato da rapidi cambiamenti e continue incertezze. Secondo la recente ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Planning del Politecnico di Milano, le aziende italiane hanno ancora un ampio margine di miglioramento in termini di maturità digitale, monitoraggio delle prestazioni e gestione del rischio all’interno della catena di fornitura.

KPI della Supply Chain

Una delle prime evidenze che emerge dall’analisi è che l’80% delle imprese italiane utilizza specifici KPI per Supply Chain (Key Performance Indicator) per monitorare le prestazioni della propria catena di fornitura. Tuttavia, solo una su dieci dispone di un sistema di monitoraggio completo, capace di raccogliere dati e interpretare segnali, anche deboli, lungo tutta la catena del valore. Una misurazione efficace richiede una visione integrata dei processi di demand planning, production planning e inventory planning, ma attualmente solo il 33% delle aziende analizzate utilizza un set completo di KPI. Questa carenza limita la capacità di rilevare segnali anticipatori di problemi e di ottimizzare le performance complessive della global supply chain.

Digital planning e i ruoli dedicati: grandi aziende e PMI a confronto

Il ruolo del digitale è ormai centrale per una Supply Chain efficiente e reattiva. In Italia, il 67% delle grandi aziende e il 54% delle PMI hanno ruoli dedicati al digital planning della Supply Chain, un dato incoraggiante, ma che evidenzia una differenza ancora significativa tra imprese di dimensioni diverse. Le grandi aziende tendono ad avere una maggiore consapevolezza dell’importanza di investire in competenze specializzate. Al contrario, circa un quinto delle PMI non riconosce la necessità di ruoli formali, facendo ancora affidamento su gestioni più fluide e informali, che spesso non riescono a fronteggiare le complessità operative.

Strumenti Digitali: inventory planning, production planning e demand planning

Nonostante la consapevolezza dell’importanza della tecnologia, molte aziende italiane utilizzano ancora fogli di calcolo per gestire attività fondamentali come Demand Planning, Production Planning e Inventory Planning. Tecnologie consolidate come MRP (Material Requirements Planning) e DRP (Distribution Requirements Planning), che hanno sostenuto per decenni le operazioni di pianificazione in tutto il mondo, risultano ancora poco diffuse nel panorama italiano. Il 73% delle aziende utilizza fogli di calcolo per la pianificazione della Supply Chain, mentre solo il 13% si avvale di software avanzati. Questa situazione mette in luce una “resistenza culturale” al cambiamento, che limita l’adozione di strumenti digitali complessi e ostacola l’implementazione di modelli di ottimizzazione e simulazione necessari per garantire un processo decisionale informato.

In questo contesto, il supporto di esperti nel campo dell’executive head hunting, come i servizi offerti da EMA Partners, può fare la differenza. Grazie a un approccio mirato e personalizzato, EMA Partners aiuta grandi aziende e PMI a individuare il profilo ideale , garantendo l’inserimento di professionisti con competenze strategiche e tecniche avanzate.

La gestione del rischio: una sfida ancora aperta

La capacità di prevedere e gestire i rischi è oggi più cruciale che mai, soprattutto alla luce delle recenti crisi geopolitiche e sanitarie che hanno messo a dura prova le catene del valore globali. Tuttavia, solo il 26% delle imprese italiane dispone di un processo strutturato per identificare e mitigare i rischi, e meno del 10% estende tale processo a tutti i fornitori critici. Questo dato dimostra che molte aziende si affidano ancora all’esperienza diretta del personale per affrontare i rischi, senza strumenti formalizzati che consentano una gestione proattiva e basata su dati reali.

Un approccio efficace richiede il coinvolgimento e l’utilizzo di strumenti avanzati per raccogliere dati esterni e prevedere vulnerabilità nella global supply chain, ma molte aziende si affidano ancora a pratiche informali basate sull’esperienza individuale.

La riprogettazione e la sfida della resilienza

Le nuove dinamiche economiche e geopolitiche globali hanno posto le imprese di fronte a una necessità crescente di riprogettare e adattare costantemente la propria Supply Chain. Tuttavia, la ricerca rivela che quasi il 60% delle PMI italiane e il 50% delle grandi aziende non utilizza strumenti strutturati per questa attività, affidandosi all’intuito dei manager piuttosto che a un’analisi basata su dati e simulazioni. In un contesto in cui l’incertezza è la nuova normalità, le imprese hanno bisogno di strumenti di simulazione avanzati, capaci di esplorare scenari “what-if” e di identificare soluzioni per rendere la Supply Chain più agile e resiliente. Solo il 15% delle grandi aziende e il 7% delle PMI italiane si avvale di questi strumenti, un dato che riflette un margine di miglioramento cruciale per affrontare le sfide future.

Verso una Supply Chain digitale e integrata

Dall’analisi dell’Osservatorio emerge una strada chiara per il futuro della gestione della supply chain: l’adozione di tecnologie digitali deve essere integrata in una visione strategica che includa non solo gli strumenti tecnologici, ma anche il cambiamento organizzativo e il ridisegno dei processi. Come sottolinea Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Planning, “il vero valore delle tecnologie digitali si esprime solo se utilizzate in modo coordinato e maturo, all’interno di una strategia di gestione ampia e flessibile”. Solo così sarà possibile creare una Supply Chain che possa fronteggiare le incertezze e rispondere efficacemente alle sfide del mercato globale.

In conclusione, la trasformazione digitale è essenziale per migliorare l’efficienza e la resilienza della Supply Chain italiana. Le aziende, specialmente le PMI, devono dotarsi di strumenti avanzati e figure specializzate per affrontare con successo le sfide di una supply chain sempre più complessa e interconnessa.