Brunello Cucinelli: l’umanesimo 2.0

Il sogno di sempre è quello di rendere il lavoro dell’uomo più umano, immaginando che lo stesso elevi la dignità dell’uomo.

Questa frase riassume da sola il pensiero, la visione e l’obiettivo della profusione di ogni sforzo che ha fatto di Brunello Cucinelli il primo imprenditore umanista e, solo dopo, il re del cachemire.

Perché se è vero che il profitto è solo la conseguenza dell’eccellenza del proprio lavoro e che solo a quella bisogna mirare, è altrettanto vero che ci sono molte strade per raggiungerla.

Ma per Brunello Cucinelli non ci sono mai stati dubbi, mai stati bivi.

L’unica strada che ha sempre imboccato per raggiungere l’eccellenza è quella del valore umano:

“Ho ascoltato la parola sapiente e commossa di san Francesco, San Benedetto, Kant, Marco Aurelio, Socrate, Seneca, e ho capito che il valore economico è nullo senza quello umano, dal quale pertanto il primo non può prescindere”.

Chi è Brunello Cucinelli?

Brunello Cucinelli nasce nel 1953 a Castel Rigone, piccolo borgo del XV° secolo in provincia di Perugia, da una famiglia contadina.

Nel 1978, interrompe gli studi perché ha un’idea che il mercato “valida” immediatamente: colorare il cashmere.

Sogna dal primo giorno un’azienda dove il lavoro diventasse rispettoso della “dignità morale ed economica dell’uomo”.

La conoscenza dei grandi uomini del passato alimenta i suoi sogni e i suoi ideali, e con radici così forti può guardare al futuro senza paura: ogni sua azione, ogni sua opera, è pensata per durare nei secoli.

Il mercato, nel frattempo diventato internazionale, con il cuore sempre in Italia, dandogli la possibilità di attuare i suoi ideali.

Nel 1985 acquista il castello del XIV° secolo del borgo di Solomeo e ne fa la sede dell’azienda, per poi riadattare degli opifici già esistenti ai piedi del borgo – evitando di costruirne di nuovi – quando la domanda dei suoi prodotti diventa ancora più grande.

Come l’Umanesimo affonda le radici nella riscoperta dei classici latini e greci, e proprio dall’amore per gli studi classici si può tornare alla concezione dell’uomo quale autore della propria storia, così Brunello Cucinelli vede l’attività di impresa come possibilità di diffondere estesamente gli ideali di un capitalismo nuovo, un “Capitalismo Umanistico”, con la dignità del lavoro al centro di ogni azione.

Tutto questo, superando i 500 milioni di euro di fatturato.

Umanesimo 2.0: dalle radici al futuro

Il modo di fare impresa di Brunello Cucinelli lascia affiorare i contorni di un nuovo mondo, in cui sapere e saper fare italiano tornano protagonisti. Tutto ciò potrebbe essere interpretato quale presagio di un nuovo rinascimento: un secolo d’oro attraversato dai grandi valori dell’umanità.

È “radice” la keyword che, secondo noi, racchiude la visione della vita e dell’impresa dell’imprenditore filosofo.

E questa parola chiave ripercorre i 3 punti cardini del suo progetto:

  • la sede;
  • l’azienda;
  • i dipendenti: le anime pensanti.

La sede

brunello cucinelli azienda

L’idea di recuperare il castello, oggi sede dell’azienda, era un seme e – oggi – dopo 25 anni di restauri è un “albero” sano.

Dal tronco sono partiti dei rami altrettanto fruttusi: la costruzione del “Foro delle Arti”, la Biblioteca Neoumanistica Aureliana, il Ginnasio, l’Anfiteatro e il Teatro, che diventano ben presto luoghi di cultura e di arte.

Nasce anche la “Scuola di Solomeo di Arti e Mestieri”, dove la memoria dei gesti degli artigiani (esattamente come quelli degli autori classici) viene conservata e tramandata, trasformandosi in realtà.

L’azienda

Proprio come le radici di una pianta, la sua impresa è cresciuta seguendo ritmi naturali, in modo sostenibile, conseguendo una profittabilità sana.

Radici, in questo caso, legate non solo all’uomo, ma anche al territorio.

Le fondamenta del modello imprenditoriale rimangono saldamente ancorate agli elementi distintivi che identificano e posizionano il brand nella fascia altissima del lusso: ricerca di un’altissima qualità nell’approvvigionamento delle materie prime, eccellenza nell’artigianalità e manualità, e una proposta prêt-à-porter esclusiva, simbolo di autentico Made in Italy, apprezzata da un consumatore sofisticato, quale espressione di una forma di “lifestyle contemporaneo”

La filosofia d’impresa trova le proprie radici nella cultura umanista e negli antichi maestri come Socrate, Aristotele, Seneca, Alessandro Magno, Marco Aurelio, San Benedetto, San Francesco, Sant’Agostino, Dante e Palladio, in vista di un “ben essere” sociale ed esistenziale che va di pari passo con la crescita del valore autentico dell’impresa. 

I dipendenti: le anime pensanti

brunello cucinelli dipendenti

Ecco la radice principale, il cuore di tutto.

Brunello Cucinelli definisce i propri dipendenti “anime pensanti”, rivelando in due sole parole quei valori che caratterizzano la storia dell’impresa e rafforzano, passo dopo passo, l’identità del marchio: l’approccio umanistico allo sviluppo, in cui l’idea di lavoro è espressione dell’uomo nella sua interezza, ricerca filosofica e attenzione alle maestranze. 

Nell’impresa umanistica di Solomeo si lavora perseguendo un comune obiettivo, caratterizzato dalla presenza di valori non materiali, parte viva dell’intera azienda. 

L’impresa risponde a una sua etica: tanto al suo interno – nei rapporti interpersonali – quanto all’esterno, pone sempre i valori umani al primo posto. 

Così ci si sente responsabili del proprio lavoro senza bisogno di fiscalismi e senza penalizzare la propria individualità:

così si crea un gruppo unito dove ognuno ha un ruolo da svolgere per il bene di tutti.

Il suo messaggio

Ci vogliono mente e anima: ogni bella idea che parte dalla mente e passa dall’anima sarà una bella idea.

Per questo motivo, i genitori, noi genitori, abbiamo fatto due grandi errori, secondo Brunello Cucinelli.

Il primo è di aver inculcato l’obbligo di aver paura.

Ma di cosa dovreste aver paura voi giovani? Sostituite la paura con la speranza e la vita ci cambierà. Una vita senza speranza non ha logica. I nostri padri hanno fatto la guerra, si sono fatti uccidere per i grandi ideali, per i grandi valori della vita. Non abbiate paura».

Il secondo, riguarda il rapporto tra studio e lavoro. Siamo cresciuti e stiamo crescendo ragazzi con la minaccia: “se non studi, vai a lavorare”. Così facendo, però, addossiamo tutte le colpe per non aver studiato al lavoro, togliendogli dignità morale ed economica.

C’è una grande differenza, tra essere istruiti ed essere educati. Un essere umano educato sarà sempre un essere umano speciale».

Non ascoltate noi genitori, che siamo noiosi, vorremmo farvi fare quello che piace a noi… Alessandro Magno, a 17 anni, guardava sempre il mare. E alla domanda della madre “ma perché per ore?”, lui rispose che voleva conoscere i confini del mondo.

Avete capito? Andate per il vostro sogno.

Riconoscimento editoriale per le immagini: www.brunellocucinelli.com